Carlo Baldacci Carli

 

Alla Luce delle Candele

 

Livorno, autunno del 2001.

Una cena romantica a lume di candela in un ristorante di lusso. Carlo Cristiani, trentenne di successo, aveva atteso a lungo quel momento e, proprio quando era sul punto di perdere ogni speranza, Claudia, la donna che aveva corteggiato con ostinazione, aveva finalmente accettato il suo invito. Forse era il coronamento di un sogno d’amore, forse era solo la realizzazione di un’ossessione.
Quando i due intrecciano una relazione, Cristiani è convinto d’aver raggiunto la felicità agognata, tuttavia la sua serenità viene presto minata da alcuni eventi anomali. Anonime telefonate notturne, strane dediche radiofoniche, lettere che portano la sua firma, ma che Cristiani è certo di non aver mai scritto, convincono il giovane che qualcuno lo stia deliberatamente provocando o, addirittura, perseguitando.
Le cose cominciano a precipitare col ritrovamento del cadavere di una ragazza, orribilmente e sadicamente torturata, che in passato aveva avuto una relazione con Cristiani.
Ad indagare sul delitto saranno due ispettori della squadra mobile: il primo è un amico del protagonista; l’altro, manifestamente ostile, è l’ex fidanzato di Claudia.
In un crescendo claustrofobico di violenze psicologiche e fisiche, Carlo Cristiani dovrà fare i conti col proprio passato mettendo a nudo una personalità libertina e ambigua.

In una storia in cui si mescolano ossessioni, erotismo e sadomasochismo, la sola certezza è che nessuno può mai dire di essere completamente innocente. 

Alla Luce delle Candele è un romanzo dalle atmosfere cupe e inquietanti. Il ritmo della narrazione, che nei primi capitoli è delicato e di ampio respiro, presto diviene trepidante e incalza il lettore immergendolo in una realtà oscura e conturbante attraversata da sprazzi di luce che squarciano il suo manto nero come saette in una notte di tempesta.

Questo libro è stato presentato domenica 29 gennaio 2006 al Teatro di Bastia (Corsica) in occasione del Festival du Cinema Italien, con l'introduzione di Marie Thérèse Raffalli, presidente della Dante Alighieri di Bastia.

 

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